postcards from beirut

Postcards from Beirut is an artistic court-bouillon in continuous boiling. Its ingredients include: Goyangi soju, phosphores and cones, audio and video, postnuclear bombs, radio waves, gamma rays, latex and vynyl, lye, sarcasm. Postcards from Beirut is useful in case of: boredom, rheumatism, virus, apathy.

Ufficio Imprevisti del Comune di Firenze

Postcards from Beirut

Ufficio Imprevisti del Comune di Firenze

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Otto progetti non ancora realizzati, a cura di Eugenia Delfini

Prendimi in cura da te, a cura di Superfluo Project e Caterina Benvegnù

Padova, dal 22 giugno 2011

Central Park, via Annibale da Bassano 1

Nel mese di ottobre 2010 Postcards from Beirut viene convocato per un colloquio dall’allora Assessore alla Cultura e alla Contemporaneità del Comune di Firenze, Giuliano da Empoli.

A Palazzo Vecchio, nell’imponente ufficio dell’Assessore, scopriamo che il Comune ha intenzione di attivare un cosiddetto – nelle parole dello stesso Da Empoli – ‘dipartimento delle sorprese’. Un piccolo spin-off dell’Amministrazione, che si occupi di creare progetti di arte pubblica con uno stile guerrigliero. Per Postcards from Beirut è come un invito a nozze: il progetto ci permette di giocare con una delle nostre grandi passioni, ovvero gli stilemi, i riti e i miti della burocrazia pubblica.

In un tempo fulmineo – degno di un poema epico – PfB concepisce e scrive quindici progetti, tutti raccolti in un unico concept creato per l’occasione: l’Ufficio Imprevisti del Comune di Firenze.

I progetti vengono recepiti dall’Assessore con evidente entusiasmo, al punto che, alla nostra richiesta di un piccolo appoggio, simbolica del nostro essere ‘ufficio comunale’, ci offre di occupare la stanza vacante accanto alla sua, al piano nobile di Palazzo Vecchio.

Postcards from Beirut è stupito, emozionato, felice, non riesce a credere che tutto questo – in Italia, a Firenze – possa accadere a un gruppo di artisti. E infatti, dopo poco, l’entusiasmo inizia a scemare: le prime difficoltà iniziano a comparire. Affidati alle mani ‘esperte’ della burocrazia comunale, i nostri progetti cominciano a essere decimati. I Vigili Urbani si offendono all’idea del nostro ‘Vigilone’ buono, questioni di sicurezza, territorialità, competenze soffocano pian piano la nostra creatura. Il progetto viene completamente snaturato, il tutto nella totale latitanza della politica. Passati diversi mesi di lavoro, in seguito all’ennesima storpiatura dell’Ufficio Imprevisti, decidiamo di abortire il tutto. (PfB)

Mi piacerebbe partire da questa piccola raccolta curata di progetti non ancora realizzati che tenta di aprire una riflessione intorno alla complessità della produzione e della pratica artistica, e contribuire a questo ragionamento cercando di immaginare dei formati che generino occasioni, modalità e strategie risolutive di supporto alla ricerca: presentare in questa occasione otto progetti che non hanno ancora trovato uno spazio e un tempo è forse un modo per iniziare a farlo. (Eugenia Delfini)

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